Vendite: “L’infanzia di Gesù” al top, “50 sfumature” sempre in alto. Flop per “Crossfire”?

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Libri

La classifica delle vendite settimanali nelle librerie dal 19 al 25 novembre, fornita dal servizio Arianna e basata su una rilevazione su circa 1500 librerie in tutta Italia, mostra al primo posto il libro di Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, autore anche lui della sua trilogia di cui L’infanzia di Gesù rappresenta il terzo volume.

Un mondo di stranezze letterarie su AbeBooks.it

Mauro Casiraghi si autopubblica. “Creo un’alternativa allo scarso coraggio degli editori, grazie ad Amazon e al mio agente letterario”

Scritto da Redazione on . Postato in Autopubblicazione, Autori, Editori, In evidenza, L'agente letterario, Libri

Lo scrittore e sceneggiatore televisivo Mauro Casiraghi pubblica il suo ultimo romanzo “Un chilo di cenere in versione eBook affidandosi all’autopubblicazione, ad Amazon e a un’agente letteraria che per l’occasione è diventata anche un po’ editore. Bibliocartina ha dialogato con l’autore per capire le ragioni di una scelta che in Italia è senz’altro fuori dagli schemi. Per quanto ancora, tuttavia?

Alboautori.it, “il punto d’incontro tra autori, agenti letterari ed editori”. Mauro Morellini: “Le proposte editoriali sono un caos che se sistemato può andare a beneficio di tutti”.

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Editori, L'agente letterario, News, Tecnologie

Alboautori.it è una piattaforma nata da poco tempo che promuove l’incontro tra autori, agenti letterari ed editori. Un’iniziativa inedita in questo paese, nata da un’idea di Mauro Morellini (nella foto), editore milanese specializzato in saggistica leggera e narrativa “pop”. Bibliocartina ha intervistato l’ideatore del portale per capire le ragioni di questa iniziativa, e se è vero che essa può coprire la difficoltà, tuttora esistente nonostante le numerose risorse tecnologiche a disposizione, nella comunicazione fra autori ed editori.

“Diario di un sopravvissuto agli zombie”, arriva anche in Italia il libro cult nato da un esperimento di scrittura social (e da una vita da militare in Iraq)

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Libri

Arriva oggi in Italia “Diario di un sopravvissuto agli zombie“,  interpretazione italiana del titolo originale Day By Day Armageddon di J.L. Bourne, un libro cult negli Stati Uniti nato, come tantissimi successi attuali, da un esperimento social di autopubblicazione che ha coinvolto negli anni decine di migliaia di appassionati lettori. Nel nostro paese lo ha pubblicato Multiplayer.it Edizioni nella traduzione di Francesca Pongiglione. Il progetto “Day by Day Armageddon” nacque infatti grazie al buon vecchio metodo del taccuino di carta tra una missione militare e l’altra dell’autore in Iraq, dove per lungo tempo si è trovato di stanza in quanto ufficiale della Marina Militare Americana. Come racconta l’editore, Bourne ha iniziato la sua opera descrivendo gli scenari a lui familiari a causa delle 60 e più missioni vissute in prima persona. I protagonisti dei suoi racconti erano però degli zombie. In seguito l’ufficiale ha iniziato a caricare il suo lavoro pezzo dopo pezzo su internet, come una serie, con la struttura di una semplice sequenza di annotazioni cronologiche. Nelle sue intenzioni  il diario online doveva immergere il lettore in un mondo apocalittico in cui un uomo fugge da miliardi di non morti sopravvivendo nonostante tutte le circostanze avverse. Dopo alcuni mesi di aggiornamenti regolari della serie, Bourne ha dunque iniziato a scrivere la versione romanzata della sua storia, che nel frattempo era già diventato un cult nei circuit underground di appassionati di letteratura horror a carattere “Z” (di zombie), presentandosi come “il diario quotidiano della battaglia di un uomo per la sopravvivenza, contro le prove che il mondo dei non morti gli propone giornalmente… Il racconto crudo e realistico del tentativo da parte degli zombie, nuova specie dominante sul Pianeta Terra, di reclamarla tutta per sé. “Una piaga sconosciuta dilaga sul pianeta. I morti risorgono e, come nuova specie dominante, reclamano la Terra. Imprigionato in una tragedia planetaria, toccano a lui decisioni fondamentali – scelte che faranno la definitiva e assoluta differenza tra la vita o l’eterna maledizione…”

Inizialmente Bourne rifiutò numerose proposte di pubblicazione da parte di editori, immaginando che un editore tradizionale avrebbe potuto alterare il suo lavoro “ed eliminare il realismo con cui il diario descriveva la caduta dell’umanità”. Bourne dunque pubblicò originariamente il suo lavoro in modo non tradizionale e non convenzionale, sottoforma proprio di appunti scritti a mano. Voleva che l’opera “restasse intatta come potrebbe esserlo un vero diario post-apocalittico, dicendo “non ci sono editori o redattori nell’apocalisse”. In seguito, spiega sempre la casa editrice, “la Permuted Press addivenne con l’autore a un accordo, in base al quale la prima edizione del libro fu editata senza alterazioni della versione originale, con font somiglianti ad appunti scritti a mano, sottolineature, scarabocchi, pensieri casuali ed altri segni particolari che avevano dato al diario la sua apparenza agghiacciante e realistica. Diario di un Sopravvissuto agli Zombie ha da allora generato un enorme interesse tra i fan della narrativa post-apocalittica e dedicata agli zombie.Come conseguenza del successo del suo libro, J.L. Bourne è stato contattato da Simon & Schuster che gli ha proposto di unirsi alla loro serie Pocket/Gallery Books per distribuire il volume su scala nazionale. Nel giro di poco tempo Diario di un Sopravvissuto agli Zombie ha raggiunto una prima tiratura di 50.000 copie. Da quella volta ci sono state moltissime altre ristampe. Per l’Italia, quello che arriva oggi è il primo volume di una trilogia che sarà pubblicata nel corso di tutto il 2013 da Multiplayer.it Edizioni. Negli Stati Uniti, invece, il volume Day by Day Armageddon: Shattered Hourglass che concluderà la trilogia, sarà pubblicato il 26 dicembre prossimo.

“Scrittori russi in Italia”: 10 scrittori contemporanei in tour dalla Russia alla Sicilia. Oggi sono a Bronte.

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Eventi, Libri, Traduttori e traduzioni

10 scrittori russi contemporanei in tour per la Sicilia, questa settimana, per iniziativa dell’associazione istituzionale “Conoscere Eurasia“, affiliata al consolato italiano in Russia, in collaborazione con Banca Intesa Russia e con il P.E.N. Club italiano Onlus, filiale italiana dell’associazione internazionale P.E.N. Club che si occupa, fra le altre cose, di difesa degli scrittori perseguitati per ragioni politiche. Fra gli scrittori invitati a partecipare al tour troviamo:

Dmitry Glukhovsky, autore del romanzo distopico Metro 2033, una descrizione della Russia di oggi che ha avuto grandissimo successo in patria negli anni ‘2000. Il romanzo è stato pubblicato in Italia da Multiplayer.it Edizioni (tradotto da Cristina Mazzucchelli) ed anche in questo paese ha riscosso un discreto successo. Metro 2033, cui è seguito anche il sequel Metro 2034 (oltre che numerosissime fanfiction), narra le avventure di un giovane nei meandri della metropolitana di una Mosca post-atomica. Divenuto anche un videogioco di grande successo, è stato oggetto di un esperimento interattivo di grande interesse, e anche in questo caso si è partiti da un’autopubblicazione: nel 2002 il giovane Gluchovskij mise infatti il suo romanzo in rete, coinvolgendo i lettori direttamente negli apporti migliorativi alla trama. Solo nel 2005 il romanzo fu pubblicato da un importante editore, ricevendo in seguito anche numerosi premi letterari internazionali; Zakhar Prilepin, classe 1975 e già considerato uno dei più grandi autori della Russia contemporanea, il cui romanzo “Il peccato” (pubblicato in Italia da Voland Edizioni a cura di Nicoletta Marcialis) è stato tradotto in più di 14 lingue. Vladislav Otrošenko, autore pubblicato ancora da Voland in Italia e vincitore nel 2004 della prima edizione del premio Grinzane Cavour MoscaSergey Kuznecov, giornalista e scrittore molto famoso in patria, autore fra gli altri – dice la nota stampa, ma non siamo riusciti a trovare riscontri diretti su quest’opera – del romanzo di culto Net, tradotto in cinque lingue (non in italiano); Ljudmila Saraskina, autrice fra le altre cose di una monumentale biografia su Solženicyn (1440 pag.), pubblicata da Edizioni San Paolo nel 2010, a cura di Adriano Dell’Asta e tradotta dal russo da Maurizia Calusio, Marta Carletti Dell’Asta, Emanuela Guercetti, Michela Venditti. Infine, tra gli altri partecipanti al tour – riportiamo le parole con cui li presenta il comunicato stampa – “anche Alexey Varlamov, narratore e studioso della letteratura russa, Alla Marcenko, autrice delle biografie dedicate a Lermontov, Esenin e Achmatova, Pavel Basinskij, membro della giuria del Premio Aleksandr Sol’enicyn, Mikhail Viesel, critico culturale laureato in letteratura italiana, Nina Litvinets, vice presidente dell’Unione del libro russa.”

 L’itinerario di viaggio della squadra russa è cominciato il 4 novembre scorso a Catania, e proseguirà oggi a Bronte. Successivamente toccherà Ragusa, Messina, l’Etna. Nel corso di vari incontri, gli scrittori russi avranno modo di dialogare anche con alcuni scrittori e giornalisti siciliani contemporanei.

Demetrio Brandi, Racconti nella rete: “noi i primi a creare la community dei lettori e degli autori” che sta agli albori del selfpublishing (all’italiana)

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Eventi, Premi

Demetrio Brandi, giornalista e presidente dell’Associazione LuccAutori, ha spiegato in dettaglio a Bibliocartina.it il funzionamento del concorso letterario “Racconti nella rete” di cui abbiamo dato notizia pochi giorni fa. “L’idea è una sorta di spin-off del salotto letterario LuccAutori che fin dal 1994 organizzo ogni anno nella città di Lucca e che nel tempo ha ospitato personalità del calibro di Ada Merini, Sergio Zavoli, Dacia Maraini“, racconta Brandi. “Nel 2002, quando ormai internet era già una realtà consolidata, abbiamo pensato che fosse una buona idea utilizzare la rete come vetrina per gli aspiranti scrittori, autori, gli amanti della lettura, attraverso questo concorso online che ha una sua componente social da ben prima che il termine venisse utilizzato. Così è nato www.raccontinellarete.it, e fin dall’inizio ci siamo potuti avvalere della collaborazione di case editrici medie ma ben conosciute quali Newton Compton prima, Nottetempo oggi”. Una sorta di anticipazione, per molti versi, delle community dei lettori su cui hanno poggiato le proprie fortune progetti editoriali di autopubblicazione all’italiana come ilmiolibro.it. o come la prossima ventura piattaforma di autopubblicazione Kobo in collaborazione con Mondadori, entrambi ben diversi dal concetto di self-publishing americano. Nel caso di Racconti nella rete la community è arricchita, o sarebbe anche bene dire preceduta, dalla formula del concorso letterario.

In merito alle regole del concorso, sulle quali Bibliocartina stessa aveva espresso qualche perplessità nel precedente articolo Brandi precisa: “non tutte le opere inviate vengono ammesse al concorso. L’associazione LuccAutori opera una prima scrematura dei racconti, e di solito circa la metà di quelli che vengono inviati è ammessa a partecipare, anche se nel tempo si è avuta una specie di selezione naturale e le opere che oggi giungono sono di qualità mediamente ben superiore a quelle che ricevevamo nei primi anni. Una volta che il racconto ha ricevuto l’ammissione (per l’ultima edizione, dice Brandi, sono stati ammessi circa 200 racconti e altri 150 circa sono stati scartati), a quel punto per partecipare diventa obbligatorio versare la quota di 30 euro”. A che cosa servono questi soldi? “La nostra è un’associazione senza fini di lucro, dunque con i soldi della quota di partecipazione finanziamo il sito, l’organizzazione del concorso e della manifestazione LuccAutori alla quale ogni anno sono invitati a partecipare i vincitori del concorso. Offriamo, senza obbligare, ai vincitori la possibilità di acquistare copie a prezzo scontato, perché noi stessi da contratto con Nottetempo dobbiamo acquistare alcune centinaia di copie dell’antologia, mentre la casa editrice ne stampa altre  che poi distribuisce nelle librerie. I proventi”, spiega Brandi, “vanno alla casa editrice. All’associazione arriverebbe qualcosa se si vendessero più di tremila copie, ma finora non è mai accaduto”. I vincitori avranno dunque sì la soddisfazione di vedere il proprio racconto pubblicato su un’antologia edita e distribuita a livello nazionale, ma – precisa Brandi – ognuno rimane titolare dei diritti sul proprio racconto, la pubblicazione avviene a titolo gratuito come specificato nel regolamento. Questo concorso è una semplice vetrina e un gioco per amanti della lettura, non pretende di essere una fucina di nuovi talenti né tantomeno di nuove tendenze letterarie”. Ecco spiegato, fra l’altro, il perché della domanda che c’eravamo posti rispetto al divieto di pubblicazione di racconti erotici: “senza censurare le singole parolacce, ci mancherebbe altro, preferiamo non pubblicare questo tipo di racconti perché il nostro sito è frequentato e letto anche dai bambini, ai quali si rivolge una buona fetta delle opere pubblicate.” Quanto ai grandi talenti, “finora non è ancora spuntato un nuovo Baricco, ma alcune personalità in passato vincitrici del nostro concorso hanno ottenuto un discreto successo, da Chiara Lico oggi giornalista del Tg2 a Stefania Bonomi a Eleonora Sottili, quest’ultima pubblicata dalla stessa Nottetempo, ad Elena Torre, che, ricorda Brandi, “è stata lanciata dal premio nel 2007 e quest’anno ha scritto un libro di favole per il WWF  “Storie dei cinque elementi”, il cui ricavato è dedicato a WWF Oasi Italia e Cuamm medici con l’Africa.  Le favole sono lette da grandi personaggi del mondo dello spettacolo.”

Venezia, dal 12 al 14 ottobre si riuniscono gli amanti di Sherlock Holmes di tutto il mondo.

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Fiere e rassegne

L’associazione Uno studio in Holmes riunisce, dal 1987, tutti gli appassionati dei romanzi che vedono protagonista Sherlock Holmes, il più famoso personaggio nato dalla penna dello scrittore inglese Arthur Conan Doyle. Per chi fosse appassionato a sua volta dell’investigatore più famoso del mondo, dal 12 al 14 ottobre a Venezia è previsto il meeting annuale della società, intitolato quest’anno Sherlock & Shilock – The sleuths of Venice: Sherlock Holmes si incontra virtualmente con lo shakespeariano Shilock de “Il mercante di Venezia”.

Che cosa fa una società sherlockiana? Studio Holmes, che riunisce in Italia circa un centinaio di appassionati, è intanto una delle associazioni di appassionati del grande investigatore più riconosciuta al mondo, come si legge nel sito, “affiliata (Scion Society) dei Baker Street Irregulars americani”. E ciò che fa è, come ha detto a Bibliocartina il presidente dell’associazione Roberto Vianello, è “occuparci seriamente di cose “deliziosamente inutili”. Ci dedichiamo principalmente a quello che chiamiamo “Il grande gioco”, cioè ritenere Sherlock Holmes un personaggio realmente esistito, le cui avventure siano state realmente scritte dal Dott. John H. Watson”. L’associazione organizza convegni di caratura internazionale legati alla figura di Sherlock Holmes e all’opera di Arthur Conan Doyle, che “ci piace considerare come l’agente letterario del dottor Watson”. I membri dell’associazione hanno anche curato la traduzione di svariate opere, testi apocrifi e saggi legati a Sherlock Holmes, tra cui “Sir Arthur Conan Doyle – Viaggio in Italia” edito da Bobi Bazlen (copertina nella foto). 

 

 Il libro a cura di Gianluca Salvatori, Enrico Solito, Roberto Vianello, sarà presentato a Venezia e presenta immagini dagli album della collezione Sveum, in cui un gruppo di studiosi italiani e inglesi (Philip Weller, Enrico Solito, Stefano Guerra, Ivo Lombardo) racconta il viaggio che portò l’autore inglese in Italia ai primi del novecento.

Il Convegno di quest’anno cade anche nel XXV anniversario della nascita dell’associazione italiana, un evento che sarà festeggiato insieme con oltre 200 appassionati provenienti da Usa, Inghilterra, Canada, Australia, Giappone, Svizzera, Spagna, Francia. 

European Union prize for Literature, vince anche l’italiano Emanuele Trevi

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Premi

Anche l’autore italiano Emanuele Trevi fra i vincitori dello European Union prize for Literature annunciati ieri a Francoforte in occasione della Buchmesse, la più importante al mondo fra le fiere del libro. L’autore romano è stato premiato insieme agli altri vincitori Anna Kim (Austria), Lada Žigo (Croazia), Laurence Plazenet (Francia), Viktor Horváth (Ungheria), Kevin Barry (Irlanda), Giedra Radvilaviciute (Lituania), Gunstein Bakke (Norvegia), Piotr Pazinski (Polonia), Afonso Cruz (Portogallo), Jana Benová (Slovacchia) e Sara Mannheimer (Svezia). I vincitori ottengono, oltre a premi in denaro, una priorità di accesso al Culture Programme, il programma che finanzia la traduzione di opere in tutto il territorio europeo. 

Emanuele Trevi si è di recente classificato secondo al Premio Strega con il romanzo Qualcosa di scritto pubblicato da Ponte alle Grazie.

L’editoria di ricerca in Italia è condannata a dipendere dai finanziamenti istituzionali? Intervista a Zandonai e Voland, le uniche due editrici italiane che riceveranno i fondi del Culture Programme (II parte)

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Editori, Libri, Premi

Pubblichiamo questa mattina la seconda parte dell’intervista agli editori Zandonai e Voland, dopo che nella prima parte, ieri, abbiamo dato notizia dell’ammissione delle due case editrici, le uniche in Italia, ai finanziamenti previsti dal Culture Programme dell’Unione Europea e intervistato Matteo Zadra di Zandonai sul progetto che grazie a questi finanziamenti, l’editrice porterà avanti per il 2013.

European Union Prize for Literature: il 9 ottobre a Francoforte premiazione dei 12 migliori autori emergenti in Europa

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Libri, Premi

Sarà conferito il 9 ottobre prossimo a Francoforte, alla vigilia della Fiera del Libro più famosa al mondo, il premio European Union Prize for Literature, che per il quarto anno consecutivo vedrà riconosciuti alcuni fra i migliori talenti emergenti in Europa. Il premio, come comunicano dagli uffici dell’Unione Europea, sarà consegnato dal commissario europeo per l’Educazione, la Cultura, il Plurilinguismo e la Gioventù Androulla Vassiliou, la quale ha dichiarato che “i talenti vincitori ricevono garanzia, da parte dell’Unione Europea, che le loro opere saranno tradotte nelle lingue dell’Unione Europea. Negli ultimi anni sono stati già 32 su 35 i vincitori ad essere tradotti in 19 lingue dell’Unione, per un totale di 104 traduzioni realizzate”. Tra gli organizzatori del premio ci sono la European Booksellers Federation (EBF), lo European Writers‘ Council (EWC), la Federazione degli Editori Europei (FEP) e il Culture Programme dell’Unione Europea.

Ogni anno infatti, tramite il Culture Programme, la Commissione Europea destina 3 milioni di euro al sostegno alla traduzione di opere letterarie nelle 23 lingue dell’Unione e nelle lingue dei paesi che partecipano al Programma Culturale europeo. Dal 2007 a oggi sono state più di 3000 le opere letterarie tradotte attingendo ai fondi della Commissione Europea. Fra gli italiani che hanno vinto il premio in passato c’è lo scrittore Daniele Del Giudice. Nessun italiano, invece, fra i vincitori dello scorso anno, provenienti dalla Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Malta, Montenegro, Paesi Bassi, Serbia, Turchia e Gran Bretagna.

Intervista a Romano Montroni – Parte II: “Il mestiere del libraio è tutt’altro che finito, finché si vorranno vendere libri non si potrà mai fare a meno di librai capaci”

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Librai, Libri

Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista a Romano Montroni autore di “I libri ti cambiano la vita” per Longanesi Editore, dopo la prima parte già pubblicata stamattina, che verteva innanzitutto sul libro presentato questa mattina anche al Festivaletteratura di Mantova. Oltre al Montroni autore del libro, abbiamo infatti interrogato anche il Montroni libraio, da più di 10 anni fra l’altro docente anche della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri dal 2006 consulente per le Librerie Coop, catena di librerie legata al gruppo della grande distribuzione, presente al momento soprattutto nel Nord Italia.

C’eravamo lasciati con un interrogativo. Come fare per instillare nei non-lettori, così numerosi in Italia,  il gusto della lettura? Montroni ha le idee chiare sul tema. “L’abitudine, il gusto, il bisogno di leggere si acquisiscono da bambini, è la scuola il primo e fondamentale veicolo di amore per la lettura. Quella che occorre è una vera e propria didattica per il riconoscimento del valore dei libri, eppure chiediamoci: quante sono in Italia le biblioteche scolastiche in uso? Se non c’è una biblioteca funzionante neanche al Liceo Galvani di Bologna, che è uno dei licei più storici d’Italia dove ha studiato addirittura Giosué Carducci, che cosa dobbiamo immaginare che avvenga nel resto delle scuole italiane?” Non va meglio nelle famiglie, d’altra parte: “i bambini e i ragazzi hanno bisogno di crescere tra i libri, una casa senza librerie è una casa senza stimoli per un bambino.

La crisi dei lettori e della lettura in Italia si intreccia inevitabilmente a quella dell’editoria, eppure Montroni non condivide il pessimismo vigente sul destino segnato dei rumori del libro. Anche a lui infatti abbiamo chiesto se è vero che il mestiere del libraio sia destinato a scomparire, ma la risposta netta è “no, affatto. Al contrario, le vicende anche recenti del mercato librario ci hanno insegnato che il mestiere del libraio, checché si faccia leva oggi sulla tecnologia, è insostituibile e lo sarà sempre, fin quando si vorranno vendere libri.” Montroni cita il caso della catena di megastore britannica Waterstones, proprietaria in Gran Bretagna e in Europa di circa 320 punti vendita per un totale di 4.500 dipendenti. “Waterstones fallì quando fu acquisita da persone che trattavano i libri esattamente come un prodotto qualunque”, racconta l’autore bolognese, “e viceversa ha iniziato a riscattarsi in poco tempo da quando il magnate russo che l’ha acquisita – il miliardario Alexander Mamut, ricco investitore nell’industria dei media internazionale – ne ha affidato la direzione a un libraio indipendente specializzato, che a Londra era titolare di 6 librerie indipendenti. James Daunt”, questo il nome del libraio, “ha puntato su quattro elementi fondamentali”, spiega Montroni: “in primo luogo, la formazione dei librai, una formazione permanente. Un libraio non andrebbe mai confuso con un commesso d’abbigliamento, un libraio è un artigiano che confeziona i suoi negozi con un lavoro più simile a quello di un sarto, o se volete di un salumaio d’altri tempi, che non certo a quello di un addetto cassa.”

In secondo luogo, alla base del riscatto di Waterstones, azienda che Montroni considera un ‘case study‘ da manuale per il mercato librario, c’è stato “il ricambio dell’intera classe dirigente alla ricerca di una maggiore competenza professionale. In terzo luogo, la cura dell’assortimento: nessun punto vendita è uguale a un altro, in base alla città o al quartiere in cui si trova l’offerta di libri cambia, ed è giusto che sia così. Le librerie tutte uguali non funzionano. In quarto luogo infine, il libraio nei loro punti vendita è un suggeritore – qui il discorso si riallaccia dunque all’intervista pubblicata stamattina – che niente meno, scrive su dei bigliettini a mano i suggerimenti sui libri da leggere.”

Il caso Waterstones spiega, per Montroni, che non c’è affatto contraddizione tra un approccio “artigianale” al libro e alla vendita dei libri e cifre e volumi di vendita da colossi economici.  “Tutt’altro, solo lo spirito imprenditoriale e l’intraprendenza creativa oggi possono salvare le librerie. I librai indipendenti generalisti che si accontentano di lasciare i libri in vendita in modo passivo, quelli sì hanno fatto il loro tempo. Bisogna imparare a usufruire delle innovazioni anche tecnologiche che sono emerse in questi anni – e che ad esempio permettono a un  libraio di avere sott’occhio l’assortimento in modo ben più rapido e preciso di un tempo – senza rinunciare allo spirito originario del mestiere.

Questo approccio è lo stesso, dice Montroni, “che utilizziamo nelle Librerie Coop per cui da qualche anno sono consulente. Formazione permanente, non meno di una volta al mese, assortimento personalizzato, e valorizzazione della forza vendita. Guai a chiamarli commessi: sono librai, professionisti a tutti gli effetti. E i numeri ci danno ragione: se il settore scende di non meno del 10%, nell’ultimo periodo presso le Librerie Coop le vendite sono aumentate del 3%.”

Considerazioni, quelle di Montroni, per tanti versi affini a quelle di Marino Buzzi e Rosa Addeo già pubblicate nei giorni scorsi, ma con una sfumatura di ottimismo e di fiducia in più nel futuro del loro mestiere. Ad ascoltarlo non sembra né grigia, né nera, né rossa.

Editoria 2012: dilagano le sfumature erotiche e i vampiri se ne tornano a letto. Tra un boom editoriale e l’altro, alla fine vinceranno i long-seller?

Scritto da Redazione on . Postato in Autori, Libri

Che fine hanno fatto i vampiri? Forse sarà per via dei 31 milioni di copie vendute dalla trilogia delle “50 sfumature” nel mondo (400mila in Italia, come riporta il quotidiano online Il Messaggero); o forse perché si avvicina il tempo delle sirene, come sostiene il quotidiano inglese The Independent; o forse, chissà, perché la crisi senza rimedio della coppia più invidiata, più amata e più pallida di inizio millennio – Robert Pattinson alias Edward Cullen il vampiro e Kirsten Stewart alias Bella Swan – sta gettando un’ombra impietosamente carnale sull’amore vampiresco, romantico, casto e procreativo per eccellenza; fatto sta che il mondo letterario di Twilight, quell’universo di licantropi e Volturi che ha permesso alla sconosciuta Stephenie Meyer di vendere, in poco meno di 4 anni, circa 100 milioni di libri nel mondo, sta neanche troppo lentamente scomparendo dalle spiagge, dalle cronache quotidiane dei mass media, dagli scaffali delle librerie. E non è affatto detto che l’uscita al cinema di Breaking Dawn Parte II risollevi la situazione, viste le promesse di boicottaggio da parte delle fan di Edward decise a punire severamente la fedifraga Kirsten. “In libreria le vendite di Twilight sono rimaste costanti, a essersi assottigliato considerevolmente è il reparto vampiri”, ha commentato a Bibliocartina.it  Marino Buzzi, libraio di catena bolognese e blogger e autore di fama. Però colpisce come nella Top 100 degli ebook più venduti sia su Amazon.it sia sulla Feltrinelli online, non ci sia traccia né di Stephenie Meyer né di altro tipo di vampiro o simili, mentre abbondano i titoli Harlequin Mondadori, insomma le sfumature delle sfumature (un dato che potrebbe suggerirci vari scenari: se Twilight in libreria continua a vendere tra i ragazzi, forse la presenza dei dispositivi di lettura e-ink fra le più giovani generazioni è più tiepida).

Insomma, è possibile che finita l’auge della coppia d’oro, oro come gli occhi di Edward Cullen e come i cachet miliardari di Kirsten prima della figuraccia, i vampiri possano tornare a dormire sonni tranquilli nelle loro tombe aspettando di tornare a colpire nel silenzio e nel buio come da sempre più gli aggrada? Com’è noto (ma non è detto), i vampiri non sono invenzione letteraria degli anni 2000. Anzi, il genere letterario vampiresco si può a ben diritto considerare uno dei più longevi della storia della letteratura; il precursore fu “Il vampiro” di John Polidori, scritto nel 1819; ma più di un secolo prima che Bella Swan vedesse la luce fu Dracula di Bram Stoker ad affermarsi come il primo e vero bestseller del genere, pubblicato in Inghilterra nel 1897 e disponibile oggi in Italia in decine e decine di edizioni e traduzioni (a onor del vero, Dracula è presente anche nella bassa classifica dei più venduti ebook di Amazon) e a più riprese rilanciato e ravvivato, nel corso del XX secolo, anche dall’immaginario cinematografico (e non solo, come si vede dall’immagine del Conte Dracula dell’anime giapponese Carletto e il principe dei mostri).

Iniziò Todd Browning negli anni ’30, dando a Dracula il volto dell’attore ungherese Bela Lugosi, e proseguirono decine di altri autori con altrettante variazioni sul tema vampiresco. Ne ricorderemo qui solo alcune: l’intrigante coppia David Bowie- Catherine Deneuve nell’opera d’esordio di Tony Scott recentemente scomparso, Miriam si sveglia a mezzanotte (1983) tratta dal romanzo The Hunger di Whitley Strieber; il Bram Stoker’s Dracula firmato Francis Ford Coppola (1992) con un Gary Oldman da brivido nella parte del conte, e infine Intervista col vampiro di Neil Jordan (1994), che facendo leva sul sex appeal dei due divi hollywoodiani  Tom Cruise e Brad Pitt diede a conoscere al grande mondo l’opera letteraria di una indiscussa maestra del genere, la scrittrice americana Anne Rice; moglie del poeta Stan Rice, è stata autrice dal 1976 al 2003 delle Vampire Chronicles, saga in dieci volumi avviata proprio da Intervista col vampiro, testo tradotto in italiano da Margherita Bignardi e pubblicato da TEA nel 1995, poi in nuova edizione Longanesi nel 2010, sempre sull’onda dei vampiri Cullen di cui sopra.

La vera curiosità tuttavia, o se vogliamo la quadratura del cerchio, è un’altra: proprio della Rice oggi stanno di nuovo spopolando “The Beauty series”, romanzi erotici scritti negli anni ’80 con lo pseudonimo di A. N. Roquelaure. In italiano non risultano ancora tradotti, ma c’è da scommettere che arriveranno a breve o siano già in lavorazione. Nella fascetta dell’editore americano Plume (appartenente al Penguin Group) si legge “se ti è piaciuto  50 sfumature di grigio, adorerai la trilogia della Bella addormentata”. Un caso davvero peculiare di sinergia tra un boom editoriale – quello dei vampiri – e un altro, e di come una long-seller navigata e poco avvezza, tutto sommato, alle luci della ribalta come la Rice stia godendo i frutti di quei casi editoriali che lei stessa nel corso della sua carriera non era mai riuscita ad ottenere; forse, semplicemente, perché erano altri tempi e l’editoria non era ancora costruita per esplosioni successive.