FNAC, chiudono i punti vendita nei centri commerciali. Cassa integrazione per circa trecento di dipendenti

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FNAC Italia chiuderà temporaneamente i punti vendita attualmente dislocati in 3 centri commerciali a Roma, Torino e Firenze. Per i dipendenti dei rispettivi centri, più una parte dell’organico di Milano (dove si trovano anche gli Uffici centrali di FNAC Italia) inizia un periodo, non ancora definito, di cassa integrazione.Queste sono alcune delle misure che il liquidatore della società Marco Rossini ha comunicato ai sindacati durante un incontro che si è tenuto ieri a Milano. Sarà chiuso anche il sito di e-Commerce. Il piano presentato da Orlando Italy, il fondo d’investimento che ha acquisito formalmente, l’11 gennaio scorso, la holding cui fa capo FNAC Italia, prevede un cambiamento radicale nel piano di business dell’impresa, che dovrebbe passare, nelle intenzioni di Orlando, a un modello “shop in shop”, ovvero l’apertura di punti vendita FNAC all’interno di altri esercizi commerciali. Il comunicato dell’azienda recita: “A seguito di una breve descrizione delle difficoltà economico-finanziarie che caratterizzano il settore, e Fnac in particolare, sono state evidenziate le principali linee guida che il liquidatore intende perseguire nei prossimi due/tre mesi all’interno del processo di liquidazione. Prioritario è preservare il valore del business mantenendo in continuità l’attività di impresa, in considerazione del fatto che alcuni soggetti, tra cui Orlando Italy, hanno manifestato interesse a rilevare parte delle attività”. Il piano di Orlando Italy prevede appunto “la modifica del business dall’attuale modello retail a un modello shop in shop, più adatto per i negozi nei centri città a valorizzare i marchi dell’elettronica di consumo e dell’editoria; con questo nuovo approccio commerciale Fnac Italia si occuperebbe solo della gestione dei servizi comuni e solo per una quota minore dell’attività di vendita al dettaglio, mentre il resto del business verrebbe gestito direttamente dai fornitori. L’azienda ha tuttavia specificato che il piano, “ancora in fase di analisi di fattibilità, è condizionato al perfezionamento di un numero minimo di accordi soddisfacenti con fornitori, dipendenti e proprietari degli immobili nei quali sono ubicati gli esercizi commerciali, tale da garantire il raggiungimento del punto di pareggio economico”. Sarà inoltre presa “in considerazione qualunque altra manifestazione di interesse che dovesse pervenire da altri soggetti nelle prossime settimane, nell’ottica di massimizzare gli interessi di dipendenti e creditori”.

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