Mario Desiati (Fandango): “L’unica speranza per gli editori oggi è essere lungimiranti”

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Il direttore editoriale di Fandango Libri Mario Desiati ha risposto alle domande che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi scambiando con Bibliocartina alcuni pareri sullo stato attuale dell’editoria e raccontandoci su che cosa punterà Fandango, “in tutta incoscienza”, nel 2013.

Il tema, lo ricordiamo, delle nostre domande era il coraggio nelle scelte editoriali, argomento di riflessione originato da un’intervista realizzata da Bibliocartina allo scrittore Mauro Casiraghi qualche tempo fa. Per pubblicare il suo secondo romanzo Un chilo di cenere Casiraghi ha infatti optato per Amazon incaricando della cura redazionale il proprio agente letterario. Una scelta innovativa, specie nel panorama italiano, ma in gran parte obbligata, secondo Casiraghi, dallo “scarso coraggio” che gli editori anche medio piccoli, anche indipendenti o di ricerca, stanno dimostrando in questa fase.

Domanda: È vero che anche voi piccoli e medi editori italiani state perdendo coraggio nelle vostre scelte editoriali e privilegiate sempre di più la storia ad effetto su altri tipi di romanzi che hanno bisogno di decantare maggiormente?

Risposta: Posso rispondere solo per Fandango Libri, ma credo che anche tantissimi altri editori ti risponderebbero allo stesso modo. Nessuna perdita di coraggio. Parla il catalogo, facciamo l’esempio dell’anno venturo, 2013, l’anno più duro che si prospetta nell’editoria italiana a causa della crisi. In questi giorni con molto sudore, sangue e fatica causa il difficilissimo momento editoriale, stiamo facendo uscire Storie in modo quasi classico di Harold Brodkey (traduzione di Delfina Vezzoli). Uno dei capolavori di colui che può essere definito tra i grandi narratori del Novecento. Da anni mancava nelle librerie italiane questo volume, si tratta di un testo di 900 pagine e l’anno prossimo pubblicheremo nella traduzione di Flavio Santi The Runaway Soul finora mai tradotto in Italia (altre mille pagine) e l’opera  poetica completa di Dario Bellezza (un altro volume di quasi 1000 pagine). Una piccola casa editrice per pubblicare questi libri fa un lavoro triplo rispetto a un grande editore, la distribuzione è più ardua, i costi sono altissimi, di questi sforzi se ne parla poco.

D: Che cosa ne pensa della scelta di Mauro Casiraghi (e non solo sua) di passare ad auto-pubblicarsi collaborando con un agente letterario, dopo aver incontrato il rifiuto degli editori?

R: Scelta rispettabile quella di Mauro, anche se il passaggio editoriale è un’ottima occasione di confronto con gli editor, i correttori di bozze, l’editore ecc. e può essere un’occasione per migliorare un libro.

D: Che cosa significa, secondo lei, coraggio nelle scelte editoriali? Coraggio di che cosa, quali sono le logiche che avete bisogno di sfidare in questa fase? O quali sono, se ci sono, i vostri avversari?

R: Lavoro in una mediopiccola casa editrice e più che il coraggio, molte volte, bisogna dare spazio all’incoscienza nel pubblicare libri come quelli citati sopra. Il problema è far quadrare i conti. Più che l’avversario c’è l’ostacolo pratico economico, che però con le edizioni digitali può essere aggirato e rendere disponibili ai lettori anche i romanzi impossibili che un editore, per ragioni di costi non può pubblicare.

D: Di che cosa crede abbiano bisogno i lettori nell’epoca che stiamo vivendo? E quali crede che siano le soluzioni vincenti per l’editoria ora?

R: Credo che non esistano soluzioni vincenti, le staremmo tutti a mettere in pratica, e se chi lavora coi libri sapesse cosa vuole il lettore, gli editori e le librerie non chiuderebbero. Invece tutto cambia e credo che vengano premiati alla fine gli editori lungimiranti, coloro che danno il tempo di sperimentare e anche sbagliare. Insomma la lungimiranza è sempre stata la qualità che salva le storie editoriali più importanti.

D: Qual è stato il libro più venduto da Fandango durante l’anno appena concluso? E su quali libri puntate per l’anno appena cominciato?

R: Gli Sfiorati di Sandro Veronesi, Contro la Memoria di Alessandro Piperno, Manuale del Calcio di Agostino di Bartolomei, Ama il tuo Sogno di Yvan Sagnet. Tra questi libri sono molto orgoglioso del successo di un libro piccolo partito in sordina ma con una storia potentissima ed esemplare come quella di Yvan Sagnet. Lui è un ragazzo camerunense di 27 anni che nel 2011 è stato tra i promotori del primo grande sciopero di migranti contro i caporali. Con la sua battaglia (che oggi continua all’interno del sindacato FLAI) e la sua esperienza personale di migrazioni e valorizzazione dei diritti, è un esempio per la società e le generazioni più giovani del nostro paese.

D: Continuiamo a registrare in questi primi giorni del 2013 le grandi difficoltà in cui versano le librerie (specie quelle indipendenti) oggi in Italia, e che in parte rimettono alle stesse storture denunciate da alcuni editori indipendenti e medio-piccoli. Tempi, costi, cataloghi della distribuzione sono in mano a gruppi sempre più concentrati, sostengono vari editori, e il marketing la fa da padrone accorciando sempre di più il ciclo di vita di un libro. Che strategia si sta dando oggi Fandango nella relazione con i librai? E qual è secondo lei, sinteticamente, il ruolo del “marketing editoriale”, in positivo e/o in negativo, in relazione alla crisi attuale dell’editoria?

R: Personalmente non sono bravo nelle strategie di marketing e come piccolo editore non abbiamo un ufficio che si occupa di questo. Le fortune e sfortune sono nella rapidità del rifornimento in caso di passaparola positivo. Fandango ha da un paio d’anni una libreria nello spazio Fandango Incontro che aiuta a capire in tempo reale cosa succede nei movimenti di un libro. Da un anno Domenico Procacci ha unificato sotto Fandango Editore 6 marchi editoriali (Fandango Libri, Alet, Becco Giallo, Coconino, Orecchio Acerbo, Playground). L’unione di piccola realtà indipendenti può aggirare una parte (piccola, ma pur sempre una parte) delle difficoltà di cui parla nella domanda.

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