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Demetrio Brandi, Racconti nella rete: “noi i primi a creare la community dei lettori e degli autori” che sta agli albori del selfpublishing (all’italiana)

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Demetrio Brandi, giornalista e presidente dell’Associazione LuccAutori, ha spiegato in dettaglio a Bibliocartina.it il funzionamento del concorso letterario “Racconti nella rete” di cui abbiamo dato notizia pochi giorni fa. “L’idea è una sorta di spin-off del salotto letterario LuccAutori che fin dal 1994 organizzo ogni anno nella città di Lucca e che nel tempo ha ospitato personalità del calibro di Ada Merini, Sergio Zavoli, Dacia Maraini“, racconta Brandi. “Nel 2002, quando ormai internet era già una realtà consolidata, abbiamo pensato che fosse una buona idea utilizzare la rete come vetrina per gli aspiranti scrittori, autori, gli amanti della lettura, attraverso questo concorso online che ha una sua componente social da ben prima che il termine venisse utilizzato. Così è nato www.raccontinellarete.it, e fin dall’inizio ci siamo potuti avvalere della collaborazione di case editrici medie ma ben conosciute quali Newton Compton prima, Nottetempo oggi”. Una sorta di anticipazione, per molti versi, delle community dei lettori su cui hanno poggiato le proprie fortune progetti editoriali di autopubblicazione all’italiana come ilmiolibro.it. o come la prossima ventura piattaforma di autopubblicazione Kobo in collaborazione con Mondadori, entrambi ben diversi dal concetto di self-publishing americano. Nel caso di Racconti nella rete la community è arricchita, o sarebbe anche bene dire preceduta, dalla formula del concorso letterario.

In merito alle regole del concorso, sulle quali Bibliocartina stessa aveva espresso qualche perplessità nel precedente articolo Brandi precisa: “non tutte le opere inviate vengono ammesse al concorso. L’associazione LuccAutori opera una prima scrematura dei racconti, e di solito circa la metà di quelli che vengono inviati è ammessa a partecipare, anche se nel tempo si è avuta una specie di selezione naturale e le opere che oggi giungono sono di qualità mediamente ben superiore a quelle che ricevevamo nei primi anni. Una volta che il racconto ha ricevuto l’ammissione (per l’ultima edizione, dice Brandi, sono stati ammessi circa 200 racconti e altri 150 circa sono stati scartati), a quel punto per partecipare diventa obbligatorio versare la quota di 30 euro”. A che cosa servono questi soldi? “La nostra è un’associazione senza fini di lucro, dunque con i soldi della quota di partecipazione finanziamo il sito, l’organizzazione del concorso e della manifestazione LuccAutori alla quale ogni anno sono invitati a partecipare i vincitori del concorso. Offriamo, senza obbligare, ai vincitori la possibilità di acquistare copie a prezzo scontato, perché noi stessi da contratto con Nottetempo dobbiamo acquistare alcune centinaia di copie dell’antologia, mentre la casa editrice ne stampa altre  che poi distribuisce nelle librerie. I proventi”, spiega Brandi, “vanno alla casa editrice. All’associazione arriverebbe qualcosa se si vendessero più di tremila copie, ma finora non è mai accaduto”. I vincitori avranno dunque sì la soddisfazione di vedere il proprio racconto pubblicato su un’antologia edita e distribuita a livello nazionale, ma – precisa Brandi – ognuno rimane titolare dei diritti sul proprio racconto, la pubblicazione avviene a titolo gratuito come specificato nel regolamento. Questo concorso è una semplice vetrina e un gioco per amanti della lettura, non pretende di essere una fucina di nuovi talenti né tantomeno di nuove tendenze letterarie”. Ecco spiegato, fra l’altro, il perché della domanda che c’eravamo posti rispetto al divieto di pubblicazione di racconti erotici: “senza censurare le singole parolacce, ci mancherebbe altro, preferiamo non pubblicare questo tipo di racconti perché il nostro sito è frequentato e letto anche dai bambini, ai quali si rivolge una buona fetta delle opere pubblicate.” Quanto ai grandi talenti, “finora non è ancora spuntato un nuovo Baricco, ma alcune personalità in passato vincitrici del nostro concorso hanno ottenuto un discreto successo, da Chiara Lico oggi giornalista del Tg2 a Stefania Bonomi a Eleonora Sottili, quest’ultima pubblicata dalla stessa Nottetempo, ad Elena Torre, che, ricorda Brandi, “è stata lanciata dal premio nel 2007 e quest’anno ha scritto un libro di favole per il WWF  “Storie dei cinque elementi”, il cui ricavato è dedicato a WWF Oasi Italia e Cuamm medici con l’Africa.  Le favole sono lette da grandi personaggi del mondo dello spettacolo.”

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Self-publishing, negli USA i libri auto-pubblicati sono aumentati del 287% in sei anni. Per CreateSpace crescita del 1702% dal 2006 a oggi

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Il numero di libri autopubblicati negli USA è cresciuto del 287% dal 2006 a oggi, e tra essi crescono a grande velocità gli eBook. Lo dice l’agenzia internazionale Bowker, che fornisce i codici ISBN per il mercato librario statunitense. Secondo le ricerche condotte dal gruppo, oggi i titoli autopubblicati negli Stati Uniti sono infatti più di 235mila (eBook e cartacei), circa il triplo che nel 2006. Di questi il 63% circa sono in edizione cartacea, ma la produzione di eBook è cresciuta del 129% in un solo anno, dal 2011 a oggi, mentre la produzione di libri autopubblicati cartacei in un anno è cresciuta del 33%. 

Numeri che non sono – fa notare Bowker – dovuti più di tanto a una miriade di piccoli servizi semiartigianali, bensì ad alcuni grandi gruppi strutturati che offrono servizi integrati e professionali per l’autopubblicazione, fra questi in particolare CreateSpace (una piattaforma di auto-pubblicazione di proprietà di Amazon), che ha lanciato circa 55mila titoli (il 39% del mercato delle pubblicazioni cartacee), mentre SmashWords rappresenta il 47% delle autopubblicazioni eBook. Seguono Author Solutions (di proprietà del Penguin Group) con 47.094 titoli, e Lulu Enterprises con 38.000 titoli circa. Lulu è presente anche in Italia, e insieme a ilmiolibro.it rappresenta una delle principali piattaforme di autopubblicazione in questo paese. Le piccolissime case editrici, quelle che hanno prodotto non più di 10 titoli l’una, hanno pubblicato tutte insieme nel 2011 circa 35mila titoli, dei quali poco più di 1/3 sono eBook, incrementando tuttavia la produzione di libri cartacei del 74% tra il 2006 e il 2011. Niente, ad ogni modo, in confronto alla crescita di CreateSpace, la cui produzione libraria in sei anni è cresciuta del 1702%.